Il momento “magico” della passeggiata

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Il momento "magico"

Il momento “magico” della passeggiata

Non so per voi, ma per me il momento di portare il cane a passeggio, soprattutto la mattina presto, non è affatto un momento magico; per loro Jako, uno shiba-inu e Gringo un meticcio tutto nero, sicuramente è il momento più sereno, più bello e più divertente di tutta la giornata.

Premetto che sono entrambi dei cani bravissimi ed educati in tutte le situazioni ed in tutte le circostanze, ma l’eccitazione e l’entusiasmo di quando capiscono che devono uscire sono davvero incontenibili e, confesso, a volte anche difficile da gestire.

Ho risolto il problema alzandomi prima la mattina e portandoli fuori per la passeggiata uno alla volta, ma voglio invece raccontarvi cosa succede soprattutto la mattina presto, quando per mancanza di tempo mi trovo, mio malgrado, costretta a portarli entrambi insieme.

Cominciamo con il fatidico momento di quando prendo in mano il guinzaglio a pettorina. C’è una sorta di rito a cui devo sottostare soprattutto con lo shiba: tre o quattro giri intorno al tavolo della cucina. Lui si diverte tantissimo a farsi rincorrere prima di indossare il guinzaglio, mentre io, che di solito ho i minuti contati, mi diverto molto meno. Il randagio pretende di partecipare a questo gioco bellissimo anche lui e si fa rincorrere, ma in direzione opposta; a volte invece si ferma a guardare questa pantomima e quando finalmente ho acchiappato lo shiba, inizia a fare la stessa scenetta ed io devo ricominciare un’altra volta.

Ok ora siamo vestiti e siamo pronti per uscire. Ancora non ho ben capito perché appena abbiamo attraversato il portone, Gringo predilige andare verso destra mentre Jako predilige andare a sinistra. Adesso ho imparato e riesco ad assecondare prima uno e poi l’altro portando ognuno dal lato che preferisce, ma i primi tempi, per una specie di mistero oscuro ed imprevedibile, Jako era sistematicamente a destra e Gringo a sinistra ed io mi ritrovavo con le braccia praticamente incrociate impossibilitata a mettere un solo passo in avanti oppure se azzeccavo la direzione giusta, ma mi distraevo una attimo, mi ritrovavo nella posizione dell’uomo vitruviano di Leonardo Da Vinci con le braccia spalancate, impossibilitata nuovamente a camminare.

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Il cane Ti porta a spasso…

Bene! Azzeccata la posizione direi di andare! Finalmente posso portare il cane a passeggio!!! Per mia fortuna hanno la stessa andatura e nessuno dei due tira al guinzaglio, soprattutto se non ci sono esseri umani con amici pelosi al seguito. Hanno però tempi e modalità differenti: lo shiba sembra attratto dalle farfalle, si gode il panorama, si crogiola al sole, adocchia l’albero più rigoglioso, marca il territorio,  annusa, si guarda in giro…insomma tutto tranne che fare i bisognini; Gringo invece fa tutto molto velocemente e prestissimo perché poi vorrebbe correre, cacciare, saltare, e perché no andare in cerca di cibo o piccole prede da catturare. Conciliare le due cose non è semplicissimo ma riusciamo a farlo in un tempo ragionevole.

Sicuramente diversa è la situazione se, malauguratamente, incontriamo un altro quattro zampe. La verità è che nove volte su dieci sono bravissimi: si incontrano, si annusano, si salutano a modo loro oppure semplicemente si ignorano. Ma sono convinta che anche gli animali, come le persone, soffrano di simpatia e antipatia, ed è inutile dirvi che i miei due cani non hanno affatto gli stessi gusti: chi sta simpatico al randagino non sta altrettanto simpatico allo shiba e viceversa. Questo significa che mentre uno si avvicina con fare pacifico e scodinzolando al nuovo amico per annusarlo e magari fare amicizia, l’altro non vuole proprio avvicinarsi, indietreggia e se il cane è particolarmente antipatico, abbaia o ringhia per tenerlo a debita distanza. Anche in questo caso chi ne fa le spese sono io, che con fare fantozziano cerco di assecondare l’indole amichevole di uno dei due, mentre contemporaneamente solidarizzo con il meno socievole, dando luogo ad una sorta di sdoppiamento della personalità, mentre mi escono dalla bocca frasi sconnesse, contraddittorie e confuse anche perché in tutto questo frangente cerco anche di scusarmi con il padrone del malcapitato quattro zampe peggiorando sicuramente la mia situazione.

Anche il rientro a casa non è proprio facile: è ovvio starebbero fuori per ore, giocherebbero in continuazione, scaverebbero buche dappertutto, annuserebbero qualsiasi albero o pianta, ma il tempo è tiranno ed io devo andare a lavorare; forse lo sanno e lo hanno capito che dopo la passeggiata mattutina, dovranno rimanere a casa da soli ed è per questo che evitano il portone di ingresso come se avesse la peste o come se fosse circondato dal fuoco. Tocca fermarmi, parlare loro con calma, promettere che tornerò presto a casa, devo tirarli dolcemente verso casa, fargli tante coccole e, quando sono ormai in ritardo, per fare prima debbo prenderne almeno uno in braccio (rigorosamente a turno, altrimenti si offendono e vi assicuro che con lo shiba in braccio non sono proprio una gazzella) e finalmente sono a casa e posso tornare a lavorare.

Certo ho un po’ esagerato  per strapparvi anche un sorriso, ma all’ inizio non è stato affatto facile capire ed assecondare l’indole ed il carattere di entrambi i cani, e soprattutto non è stato facile conciliarli con i miei ristretti tempi prima di andare a lavorare; come vi dicevo all’ inizio ho risolto il problema di portare il cane a passeggio alzandomi un po’ prima e portandone uno alla volta e quindi dedicando il momento della passeggiata a ciascuno dei due, rispettando così i loro tempi, le loro modalità, le loro simpatie o antipatie, cercando di rendere il momento della passeggiata davvero un momento magico…

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