Le collezioni di animali

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collezioni di animali

L’arte di collezionare animali

Alzi la mano chi ha provato a collezionare animali o, almeno ha tentato di farlo…

Chi non ha mai collezionato qualcosa, almeno ad una certa età o per un certo periodo di tempo?

Ma perchè si raccoglie di tutto?

Cosa ci spinge ad accumulare articoli rari quanto comuni, preziosi quanto dozzinali, a volte anche kitsch e di cattivo gusto, ma quasi sempre impossibili da spolverare?

Alla base, secondo uno studio scientifico di IPSOS EXPLORE c’è un ideale di completezza e perfezione, anche se non manca l’eccentricità legata alla stravaganza. Si stima che oltre sette milioni di persone siano considerate collezionisti: in pratica un italiano su otto colleziona qualcosa.

Sono però considerati veri collezionisti, solo quelli seri e professionali, quelli che frequentano negozi e siti specializzati, quelli che investono in pezzi considerati rari dai costi esorbitanti, quelli che fanno ricerche approfondite anche di carattere storico e che catalogano i loro pezzi con precisione maniacale. Escludendo anche i collezionisti patologici, quelli che hanno un disturbo ossessivo-compulsivo, quelli dove l’ordine e il desiderio di possesso hanno conseguenze anche emotive sulla persona (scientificamente un gruppo di neurologi statunitensi ha spiegato che esiste anche un’origine biologica, ossia un’alterazione in un’area del lobo frontale della corteccia cerebrale) tutti gli altri sono persone comuni con l’hobby della raccolta di oggetti aventi una caratteristica o un filo conduttore molto più banale e, dunque, direi un fenomeno sociale anche meno preoccupante.

Tra i cosiddetti “collezionisti della domenica” si trovano molte persone che sono alla costante ricerca di statuette che rappresentano animali. E così anche io conosco tantissime persone che amano collezionare animali: elefanti, tartarughe, gatti, cani almeno tra le più comuni.

Caratteristica comune è il soggetto animale, qualunque esso sia, poi largo spazio alla fantasia. Di tutti i generi e di tutte le misure: a forma di portachiavi, porta-pillole, bottoni, teiere, collane, pendenti, cornici, saponette, cioccolatini, spille, scatoline, barattoli…qualsiasi cosa abbia la forma di quell’animale. Largo spazio anche al materiale: stoffa, feltro, plastica, vetro, ceramica, pietre preziose, peluche, avorio (purtroppo. anche se vietato), cristallo, porcellana, terracotta, legno, resina e chi più ne ha più ne metta.

Nel caso degli elefanti, il motivo principale è la credenza che questo animale, soprattutto se ha la proboscide in alto e se viene posizionato con la parte posteriore, ossia il fondoschiena, rivolta verso la porta di ingresso della propria casa, porti addirittura fortuna ed abbondanza. Si dice anche che, appena portato a casa l’elefantino, bisognerebbe fare tre giri su se stessi e poi posizionarlo in maniera corretta. Si dice anche che ogni 29 del mese, bisognerebbe mettere sulla proboscide un biglietto di soldi della taglia più piccola (da noi sarebbero i cinque euro), piegato per sei volte nel senso della lunghezza: questo rituale dovrebbe portare soldi e denaro in casa.

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Una collezione di piccoli e grandi elefanti portafortuna

La tartaruga, anch’essa considerata portafortuna, è un animale che rappresenta la tenacia, la resilienza, la forza ma anche la lunga vita. E’ considerata una creatura saggia e fra gli animali ed è quella che riesce a difendersi meglio per via del carapace. E’ anche uno fra gli animali più antichi e pertanto si pensa che possa proteggere dal malocchio, dall’invidia e dalle gelosie esterne.

Collezionare gatti, ha diversi significati. Il gatto portafortuna per eccellenza e MANEKI-NEKO, che proviene dalla cultura giapponese. Avete presente all’entrata di un negozio, quasi sempre di cineserie, o nell’ingresso di una casa quel pupazzetto di solito bianco o dorato che muove la sua zampina per salutare i nuovi arrivati? La scultura infatti raffigura un gatto che chiama con un cenno di una zampa alzata e di solito viene appunto esposta in negozi, ristoranti e altre attività commerciali. Se la zampa alzata è la destra dovrebbe propiziare la salute e la famiglia, se invece a sollevarsi è la sinistra, il gesto dovrebbe propiziare gli affari e attirare i clienti. Se ne trovano di diversi colori e a ciascuno è attribuito un significato particolare:

  • Tricolore: Il colore di base è bianco, con macchie nere e arancioni disposte a caso. Questa colorazione è considerata particolarmente fortunata ed è quella più popolare.
  • Bianco: I gatti bianchi indicano purezza e sono il secondo tipo per diffusione.
  • Nero: Si dice che i Maneki neri portino buona salute e tengano lontano gli influssi negativi. Sono molto apprezzati dalle donne perché dovrebbero essere particolarmente efficaci nel tenere lontano i molestatori.
  • Rosso: Anche il rosso è un colore protettivo, e si ritiene che tenga lontani gli spiriti maligni e la malattia.
  • Oro: associato con la ricchezza, il benessere economico.
  • Rosa: Benché non sia un colore della tradizione, attualmente è un colore popolare ed è associato all’amore.
  • Verde: Si dice che porti riconoscimenti accademici e che protegga dagli incidenti stradali.
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    Maneki-Neko dorato

Il gatto dunque è sempre stato circondato da un alone di mistero; adorato nell’antico Egitto come una divinità, basta pensare a Bastet la dea gatta, in seguito, è stato anche considerato una creatura diabolica al servizio delle streghe; ancora oggi riesce a stupire per il suo carattere indipendente, per la sua destrezza ed agilità, per la sua eleganza e la sua sensibilità.

Anche io amo collezionare animali, indovinate un pò???… colleziono pesci da appendere al muro. Ne ho circa una trentina dai colori bellissimi, in ceramica, ferro, gesso, terracotta che ho comprato (anche se in verità qualcuno mi è stato anche regalato), in vari mercatini e negozi nelle varie città italiane ed estere che ho avuto la fortuna di ammirare e che oggi fanno bella mostra nella mia casetta al mare.